
Yom Kippur
Il giorno di Kippùr, noto come giorno di espiazione, è la ricorrenza più solenne del calendario ebraico.
Sono 25 ore interamente dedicate all’introspezione, ad una profonda autoanalisi del “chi siamo e dove siamo” e del perdono sincero che chiediamo al Signore ed al prossimo.
Tutto il particolare e lungo rituale ruota intorno ai suddetti temi.
In queste ore Dio si trova particolarmente vicino a noi e pertanto è un momento propizio per la nostra Teshuvà, il ritorno al “vero” noi stessi.
Su questo tema potete leggere un interessante approfondimento sul sito Mosaico della Comunità Ebraica:
E’ importante sottolineare che Kippur NON è un giorno di lutto; a parte i divieti che elencheremo di seguito, Kippùr è a tutti gli effetti un “grande Shabbàt” (Shabbat Shabbaton nella Torà).
Dedicarsi alla preghiera e astenersi dai divieti serve per aiutarci nel nostro processo di Teshuvà, elevandoci al di fuori della materialità quotidiana.
Ci sono momenti particolarmente profondi nel corso di queste lunghe 25 ore: il Kol Nedarìm della sera della vigilia, Il Mussàf, la Haftarà di Yonà che leggiamo a Minhà e naturalmente Neilà.
La particolarità di Yom Kippur e la sua Sacralità sancita da Dio nella Torà, fa si che questa ricorrenza si trasforma in una sorta di attrazione fatale, magnetica ed irresistibile per tutti gli Ebrei del mondo.
Di Kippur sono in vigore tutti i divieti validi per lo Shabbàt ed in aggiunta sono obbligatorie per tutti le seguenti astensioni:
Mangiare e bere; profumarsi; lavarsi; indossare scarpe che contengano pelle o cuoio anche in minina parte; avere rapporti coniugali.
Naturalmente, anche di Kippur vale il principio secondo il quale la salute viene prima di tutto; coloro che si sentono male, sono ovviamente obbligati ad idratarsi ecc.
Coloro che per ragioni mediche non possono affrontare il digiuno, dovranno rivolgersi ad un Rav per avere precise istruzioni su come comportarsi.