Tazria

Nella Parashà della settimana si parla del giorno in cui si deve fare la milà (circoncisione) ai neonati come è scritto: “E nell’ottavo giorno si circonciderà la pelle del suo prepuzio” (Vaykrà, 12:3).  In effetti la mitzvà di circoncidere i neonato maschi nell’ottavo giorno è già menzionata nella parashà di Lekh Lekhà  dove il Signore disse ad Avraham: “Questo è il Mio patto che osserverete tra Me e voi e la tua discendenza dopo di te, di circoncidere tutti i vostri maschi […] all’età di otto giorni […].

Alcune regole su quando si procede alla Milà del neonato:
Nella nostra parashà è scritto in modo esplicito che la milà va fatta di giorno.
È evidente che se nella Torà è scritto che la milà va fatta di giorno, non può essere fatta di notte. E poiché è scritto che la milà deve essere fatta nell’ottavo giorno, questo significa che se il babino nasce di Sabato, sarà obbligatorio farla anche di Shabbàt nonostante che per fare la circoncisione sia necessario compiere delle melakhòt che di Shabbàt sarebbero altrimenti proibite. Nel Talmud babilonese i Maestri affermano che la milà fatta nell’ottavo giorno sospende le proibizioni sabbatiche, tuttavia se un bambino è nato durante il crepuscolo del venerdì (tra il tramonto e l’uscita delle stelle) non è permesso fare la milà nell’ottavo giorno dalla nascita, cioè al sabato successivo, poichè esiste il dubbio se il crepuscolo sfaccia parte del giorno o della notte. In caso di dubbio, dunque, si evita di trasgredire precetti della Torà dunque la Milà non viene fatta di Sabato, ma la Domenica; e non viene fatta il Venerdì per lo stesso dubbio.

Una mishnà nel trattato Shabbàt (137a) chiarisce quale sia la regola: “Un neonato viene circonciso nell’ottavo, nel nono, nel decimo, nell’undicesimo e nel dodicesimo [giorno], né più né meno. Come si spiega? Normalmente si fa la milà all’ottavo giorno; se è nato durante il crepuscolo della sera [di un giorno qualunque] la milà va fatta il nono giorno. [Essendo nato in un’ora il cui status è dubbio e non sappiamo quale sia l’ottavo giorno, e non potendo anticipare al settimo giorno, si posticipa al nono giorno]. Se è nato durante il crepuscolo della sera che precede lo Shabbàt [essendovi un dubbio se sia ancora venerdì o già Shabbàt, la milà non può essere fatta di Shabbàt perché non ne sospende le proibizioni e pertanto] la milà va fatta al decimo giorno [cioè di domenica]. Poi, se il giorno che segue lo Shabbàt è Yom Tov [giorno festivo, anche in questo caso le proibizioni dello Yom Tov nel dubbio non vengono sospese e],  la milà va fatta all’undicesimo giorno. E se i due giorni di Rosh Hashanà seguono Shabbàt, la milà va fatta al dodicesimo giorno”.

Rashì  spiega la mishnà con queste parole: “Se il bambino è nato durante il crepuscolo tra venerdì e Shabbàt, non è permesso fargli la milà di Shabbàt, perché Shabbàt potrebbe essere già il nono giorno, e una milà che non è fatta nell’ottavo giorno non sospende le proibizioni dello Shabbàt, e pertanto bisogna aspettare fino al giorno dopo lo Shabbàt, cioè il decimo giorno”.

Riguardo a cosa sia il crepuscolo, i maestri trattano l’argomento nel secondo capitolo del trattato Shabbàt (34a e 35b) e nel trattato Pesachìm (94a).

Rambam nel Mishnè Torà (Hilkhòt Shabbàt, 5:4) riassume la trattazione talmudica e scrive: “Dal calar del sole fino all’apparizione di tre stelle di media grandezza è il periodo di tempo chiamato ovunque crepuscolo. Su questo periodo di tempo vi è il dubbio se appartenga al giorno o se appartenga alla notte; quando si deve decidere lo si fa in modo rigoroso […]. Quanto a queste stelle, non sono quelle grandi visibili di giorno o quelle piccole che non si vedono altro che di notte, ma stelle di media grandezza. E quando appaiono queste tre stelle di media grandezza è certamente notte”. In ogni modo poiché la maggior parte delle persone non sono esperte nella grandezza delle stelle, R. Yosef Caro (Toledo, 1488-1575, Safed) nello Shulchàn ‘Arùkh (O.C., 293:3) scrive che per l’uscita dello Shabbàt bisogna aspettare l’apparizione di tre stelle di piccola grandezza vicine una all’altra. L’uso comune è che all’entrata dello Shabbàt si accendono le candele 18 minuti prima del calar del sole e per l’uscita ci si basa su quanto indicato nei lunari pubblicati dalla comunità.