
Chanukkà
Di seguito riportiamo le regole per l’accensione dei lumi ed alcune domande frequenti sulla festività.
Tratto da Torah.it a cura di Rav Y. Colombo
בס”ד
Le regole pratiche dell’accensione per chanuccà secondo il Maestro
rav ‘Ovadià Yosèf
Che cosa può essere usato per accendere i lumi?
Dal 25 di Kislèv, per otto sere consecutive, si accendono i neròt chanuccà, cioè i lumi di chanuccà.
Il modo migliore per adempiere a questa mitzvà, è quello di usare lumi ad olio d’oliva e stoppini di
cotone, in ricordo della menorà ad olio che si trovava nel Santuario al tempo dei chashmonaìm.
Tuttavia, è permesso adoperare qualsiasi tipo d’olio e di stoppino oppure candele di paraffina
(chiamata comunemente “cera”). Il contenitore dei lumi (chiamato comunemente chanucchià), deve
essere pulito e di bell’aspetto.
Quando si accendono i lumi?
E’ preferibile accendere i lumi di chanuccà allo spuntare delle stelle, ma la mitzvà può essere fatta
in qualsiasi momento della notte. I neròt chanuccà devono ardere per almeno trenta minuti, perciò,
se i lumi si spengono entro la mezzora successiva alla loro accensione, è necessario riaccenderli ma
senza ripetere la benedizione. Di venerdì pomeriggio i lumi di chanuccà devono essere accesi prima
di quelli di shabbàt. In questo caso, è necessario adoperare candele più grosse o utilizzare più olio
in modo che la chanucchià resti accesa almeno fino a mezzora dopo lo spuntare delle stelle. Alla
conclusione dello shabbàt gli usi sono diversi. Di solito, al Tempio si accende prima la chanucchià
e poi si recita la havdalà mentre a casa si fa il contrario.
Come si accendono i lumi?
La prima cosa da fare è accendere lo shammàsh e solo successivamente iniziare a recitare le
benedizioni. La prima sera di chanuccà, dopo aver acceso lo shammàsh, bisogna recitare tre
benedizioni e le sere successive soltanto due. La mitzvà dei neròt chanuccà deve seguire un ordine
ben preciso, che non può essere cambiato per nessun motivo. La prima sera, oltre allo shammàsh, si
accende un solo lume, posto all’estrema destra della chanucchià. Il secondo giorno si aggiunge un
lume alla sinistra di quello acceso la prima sera e, dopo aver acceso lo shammàsh e recitato le
benedizioni, si accende prima il nuovo lume e poi quello della sera precedente. Così, per ogni
giorno di chanuccà, si deve sempre aggiungere un lume alla sinistra di quello acceso la sera
precedente. Il motivo per cui si usa accendere ogni notte per primo il lume aggiunto, è per mostrare
che la grandezza del miracolo di chanuccà aumentava ogni notte che passava.
Cos’è lo shammàsh?
Si usa accendere un lume aggiuntivo accanto ai lumi di chanuccà detto shammàsh (servitore), da
cui si può trarre beneficio, poiché i lumi di chanuccà non possono essere utilizzati per far luce ma
solo per il compimento della mitzvà. Si usa posizionare lo shammàsh più in alto rispetto agli altri
lumi della chanucchià (o, comunque, separarlo dagli altri lumi) affinché sia evidente che esso non
fa parte dei neròt chanuccà. E’ preferibile che in casa ci sia un’altra fonte di luce oltre allo
shammàsh. In alcune comunità lo shammàsh si accende solo dopo aver acceso i lumi della
chanuccà.
Quando si inizia a cantare ha–neròt ha–làlu?
Dopo aver acceso lo shammàsh, recitato le benedizioni e acceso la prima candela d’ogni sera in
assoluto silenzio, si recita il brano ha–nerot ha–lalu e il salmo mizmor shir chanukkàt ha–bàit
mentre si accendono i lumi successivi. Quando l’accensione dei lumi è terminata si intonano inni e
canti di chanuccà. L’obbligo di accendere i lumi di chanuccà ricade sia sugli uomini sia sulle donne
ma è preferibile che sia il capofamiglia ad adempiere a questa mitzvà per tutti i famigliari.
La forma della chanucchià
Ci sono molte idee a riguardo. E’ preferibile che i lumi di chanuccà, escluso lo shammàsh, siano
posti tutti alla stessa altezza e in linea retta. La chanucchià può avere qualsiasi misura, ma è
necessario che tra un lume e quello successivo ci sia un po’ di spazio, per evitare che le fiamme si
uniscano tra loro o che il calore causi lo scioglimento dei lumi.
Il posizionamento della chanucchià
L’usanza è di mettere la chanucchià su una finestra che si affaccia sulla strada, per manifestare
pubblicamente la nostra gioia per il miracolo di chanuccà. Se si abita in un appartamento posto al di
sopra di 10 metri (circa il terzo piano), i lumi di chanuccà non potranno essere notati dai passanti.
In questo caso, è preferibile mettere i lumi di chanuccà accanto alla porta della stanza usata più
frequentemente, di fronte alla mezuzà. Inoltre, i neròt chanuccà non possono essere posti troppo in
basso (28 cm.) oppure troppo in alto (10m.) dal pavimento.
Regole supplementari
Per tutti gli otto giorni della festa, bisogna recitare l’hallèl completo dopo la preghiera del mattino e
anche il brano ‘al ha–nissìm nell’amidà e nella birchàt ha–mazòn. Sono proibiti digiuni e discorsi
funebri durante tutto il periodo della festa. Di chanuccà è permesso lavorare ma è consuetudine non
impegnarsi in occupazioni faticose mentre i lumi di chanuccà sono accesi. Mentre le fiammelle
ardono, i bambini usano giocare con una trottola (sevivòn) in quanto, secondo un’antica tradizione
popolare, durante il periodo della dominazione greco–siriana, i piccoli si ritrovavano nelle strade a
studiare Torà facendo credere ai soldati di Antioco di essersi riuniti per giocare a sevivòn.1 Un’altra
consuetudine, è quella di fare dei doni a famigliari e amici e offrire elemosina ai poveri, in ricordo
del fatto che i greci avevano proibito agli ebrei di aiutarsi l’un l’altro e di fare la mitzvà della
tzedakà (elemosina). Molte persone hanno l’usanza di mangiare cibi fritti per ricordare che il
miracolo di chanuccà avvenne con una boccetta d’olio. Altri ancora, usano mangiare pietanze a
base di latte2.
La fiamma del lume della chanucchià rappresenta il fuoco della Torà e l’entusiasmo dello studio. Il
lume non deve essere troppo basso, ma neppure troppo alto. Chi vuole affrontare lo studio della
Torà non deve farlo con troppa umiltà e sottomissione e credere nelle proprie capacità, ma
nemmeno con arroganza e superbia pensando di conoscere e comprendere ogni cosa. In entrambi i
casi non si imparerà granchè della Torà.
(Rav Pinkus)
Sunto dell’ordine dell’accensione
e le preghiere traslitterate
1. Si accende lo Shammàsh
2. Si recitano le benedizioni:
A) barùkh attà ad–onài elo–hènu mèlekh a’olàm ashèr kiddeshànu bemitzvotàv vetzivànu
lehadlìk ner shel chanuccà;
B) barùkh attà ad–onài elo–hènu mèlekh a’olàm she’asà nissìm laavotènu baiamìm hahèm
bazemàn hazè;
C) solo la prima sera – barùkh attà ad–onài elo–hènu mèlekh a’olàm shehecheiiànu vekiemànu
veighiànu lazeman hazè;
3. Si accende in silenzio il primo lume di ogni sera
4. mentre si accendono i successivi lumi si canta haneròt ha–làlu, il salmo mizmòr shìr e la
prima e la penultima strofa della poesia liturgica ma’òz tzùr (traslitterati di seguito):
Ha–neròt rito italiano
Ha–neròt ha–làlu anu madlikìm ‘al ha–nissìm ve’àl ha–ghevuròt ve’àl ha–teshu’òt ve’àl ha–
niflaòt she’asìta laavotènu baiamìm ha–hèm bazemàn ha–zè ‘al iedè cohanèkha ha–kedòshim
vokhòl shemonàt iemè hachacuccà ha–neròt ha–llàlu lànu kòdesh hem veèn lànu reshùt
lehishtamèsh bahèm elà lirotàm bilvàd kedè lehodòt leshimkhà hagadòl ‘al nisèkha ve’àl
nifleotèkha ve’àl ieshu’àtèkha.
Ha–neròt rito sefardita
Ha–neròt ha–làlu anu madlikìm ‘al ha–nissìm ve’àl ha–purkàn ve’al ha–ghevuròt ve’àl ha–
teshu’òt ve’àl ha–niflaòt ve’al ha–nechamòt she’asìta laavotènu baiamìm ha–hèm bazemàn ha–zè
‘al iedè cohanèkha ha–kedòshim vokhòl shemonàt iemè hachacuccà ha–neròt ha–llàlu kòdesh
hem veèn lànu reshùt lehishtamèsh bahèm elà lirotàm bilvàd kedè lehodòt lishmèkha ‘al nisèkha
ve’àl nifleotèkha ve’àl ieshu’àtèkha.
Mizmòr
mizmòr shìr chanuccàt habàit ledavìd haromimkhà ad–onài ki dilitàni velò simàchta oievài li
ad–onài elo–hài shivàti elèkha vatirpaèni ado–nài he’elìta min sheòl nafshì chiitàni miarèdi vor
zamerù lad–onài chasidàv vehodù lezèkher kodshò ki règ’a beapò chaiìm birzonò ba’èrev ialìn
bèkhi velabòker rinà vaanì amàrti veshalvì bal emòt le’olàm ad–onài birzonekhà he’emàdta
leharerì ‘oz histàrta fanèkha haìti nivhàl elèkha ad–onài ekrà veèl
ad–onài etchanàn ma bèzta bedamì beridtì el shàchat haiodekhà ‘afàr haiaghìd hamitèkha
shem’à ad–onài vechonnèni ad–onài heiè ‘òzer li hafàchta mispedì lemakhòl li pitàchta sakì
vateazerèni simchà lemà’an iezamerkhà kavòd velo idòm ad–onài elo–hài le’olàm odèka.
Ma’òz tzùr
Ma’òz tzùr ieshu’atì lekhà naè leshabèach. Tikòn bet tefilatì veshàm todà nezabèach. L’èt
takhìn matbèach mitzar hamnabèach. Sham egmòr beshìr mizmòr chanukàt hamizbèach.
Yevanìm nikbetzù ‘alài azài bimè chashmanìm. Ufaretzù chomòt migdalài vetimeù kol
hashemanìm. Uminotàr kankanìm na’asà nes lashoshanìm. Benè binà iemè shemonà kaveù shir
urnanìm.
Problemi di halakhà
tratti dal Testo halakhà yomìt di rav ‘Ovadià Yosèf z”l
1. Quali usanze devono essere rispettate di chanuccà?
Vi è chi usa mangiare cibi di latte inricordo del miracolo avvenuto graziea Yehudìt3.
Si usa inoltre cibarsi con sufganiòt fritte nell’olio in ricordo del miracolo accaduto con l’olio della menorà.
2. Le donne sono obbligate all’accensione?
Le donne hanno la mitzvà di accendere i lumi Di chanuccà perché anch’esse erano presenti nel momento del miracolo. Perciò, se un marito si attarda troppo, è bene che incarichi la propria moglie di accendere i lumi per tutta la famiglia nel tempo dovuto, cioè all’uscita delle stelle.
3. E’ permesso ad un bambino accendere i lumi di chanuccà?
I lumi di chanuccà sono di due tipi. Il primo lume di ogni sera è quello che serve per adempiere al vero e proprio comando e per questo sidefinisce ner mitzvà – il lume del precetto. Gli altri lumi che si accendono dopo il primo servono solo per dare bellezza e dignità alla festa e per questo sono chiamati: neròt hidùr – lumi dell’onore. I bambini sono esentati dalla mitzvàdell’accensione perciò, quando sono ancora molto piccoli e ancora non in grado di capire veramente l’importanza di chanuccà, non si deve dar loro il permesso di accendere neppure uno dei neròt hidùr. E’ però permesso a bambini piccoli di accendere il lume dello shammàsh. Un bambino che ha già l’età per comprendere il senso di chanuccà – sei anni e sei mesi secondo un’opinione, nove anni e sei mesi secondo un’altra idea – può accendere solo un ner hidùr ma gli è assolutamente vietato accendere un ner mitzvà fino a quando diventa bar /bat mitzvà. Un ragazzo o una ragazza che hanno già raggiunto la maggiorità religiosa possono accendere ogni lume di chanuccà e far uscire d’obbligo anche gli adulti.
4. Un bambino che diventa maggiorenne (bar /bat mitzvà) durante chanuccà, può accendere un ner mitzvà e far uscire d’obbligo gli altri adulti?
Sì, ma solo dal giorno del compimento dell’etàche gli permette di essere bar o bat mitzvà. Prima di questo giorno gli è vietato accendere un ner mitzvà.
5. Una lezione fissa di Torà che di norma si svolge dopo ‘arvìt, nell’ora adatta ad accendere i lumi di chanuccà, deve essere posticipata per permettere ai partecipanti di adempiere al precetto prima possibile, in modo di poter seguire l’indicazione dei Maestri: “chi vuol essere diligente si affretti ad adempiere ai precetti” (Talmùd Pesachìm 4.)?
Se si teme che una parte dei normali partecipanti non torni dopo l’accensione, si deve tenere la lezione di Torà nell’ora prefissata e solo successivamente accendere i lumi di chanuccà. Se i partecipanti sono disposti a tornare la lezione si deve posticipare.
6. Chi abita in un seminterrato dove deve posizionare i lumi di chanuccà?
Di norma, in questo caso è bene accendere i lumi fuori della casa, nella strada principale. Chi non può accendere i lumi all’esterno della propria abitazione (ad esempio chi abita in Diaspora), dovrà porre i lumi accanto alla porta principale, nel lato opposto a quello a cui si è fissata la mezuzà.
7. Chi abita in un condominio, dove deve posizionare i lumi di chanuccà?
Se le finestre dell’abitazione si trovano a meno di dieci metri dall’asfalto (piano terra, primo e secondo piano), i lumi dovranno essere messi accanto ad una finestra che dà verso la strada principale. Se si abita in una casa posta ad un piano al di sopra dei dieci metri dall’asfalto si dovranno porre i lumi accanto alla porta principale, nel lato opposto a quello a cui è fissata la mezuzà.
8. Si possono accendere i lumi di chanuccà in un locale pubblico?
Si, a patto che l’accensione avvenga dopo l’uscita delle stelle, come di norma.
9. Quali oli sono adatti all’accensione?
La condizione affinché l’accensione sia secondo la norma è quella che il lume sia composto da olio e da stoppino. Se manca uno dei due elementi il lume non è adatto per adempiere al precetto in quanto mancherebbe il ricordo del miracolodi chanuccà. Pertanto non si possono accendere spiedini di legno (sebbene la fiamma sia ben visibile) oppure lampade a gas o lampade elettriche4.
Tutti gli oli sono adatti all’accensione, anche se non alimentano come si deve il fuoco dello stoppino in essi immerso ma è preferibile che si usi dell’olio d’oliva proprio in ricordo del miracolo avvenuto nel Santuario. Perciò, se non si trova dell’olio d’oliva si usi dell’altro olio oppure delle candele di paraffina (definita comunemente cera).
Gli stoppini possono essere di qualsiasi materiale ma è preferibile usare stoppini di cotone oppure di lino.
10. Si devono cambiare gli stoppini ogni giorno?
Vi è chi ritiene che si debbano cambiare ogni giorno gli stoppini usati con stoppini nuovi in quanto ciò veniva fatto anche all’epoca del Tempio. (Meirì su Shabbàt 21:). I grandi Maestri preparavano loro stessi i lumi sostenendo che così ognuno dovrebbe fare, e non comprare dei lumi già preparati.
11. L’olio deve essere di proprietà di colui che accende per adempiere al precetto?
Vi è chi ritiene che l’olio per l’accensione del lume di chanuccà debba essere di proprietà di colui che intende adempiere al precetto e che non si esce d’obbligo usando dell’olio preso in prestito (Ran in Pesachìm 7.). In pratica, però, si può essere facilitanti ed usare anche dell’olio chiesto in prestito. E’ comunque preferibile seguire l’opinione dello Zòhar secondo la quale, per adempiere ad ogni precetto, è bene usare un oggetto di proprietà.
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Si può mettere l’olio in bicchieri di vetroe poi inserire gli stessi in una Chanucchià? Vi è chi ritiene che porre dell’olio incontenitori di vetro posti all’interno di una Chanucchià in metallo non sia corretto in quanto si abbasserebbe in questo modo l’importanza e l’onore che si dovrebbe conferire al 5
Vi sono inoltre in commercio dei contenitori in vetro che non sono considerati adattidalla halakhà in quanto, a causa della loro instabilità, se appoggiati su un piano potrebbero cadere versando l’olio posto nel loro interno. In caso di necessità è comunque accettato introdurre dei contenitori in vetro all’interno dei contenitori inmetallo posti sulla lampada di chanuccà.
13. Un militare deve accendere personalmente i lumi o si può basare sul l’accensione fatta a casa dai genitori?
L’uso dei sefarditi è che ogni ragazzo non sposato si possa basare sul l’accensione fatta dai genitori sebbene costui non sia assieme a loro al momento dell’accensione. Se il giovane si trova in un posto
14. Qual’è il tempo migliore per adempiere al precetto?
Il tempo migliore per l’accensione è dal momento dello spuntare delle stelle fino alla mezz’ora successiva. Se non si è acceso in quest’arco di tempo, l’accensione può comunque avvenire in qualsiasi momento della notte, fino al sorgere dell’alba. Se si accendessero i lumi a notte tarda e i famigliari già dormissero è preferibile, ma non obbligatorio, svegliare almeno uno di loro affinché quest’ultimo assista all’accensione. Comunque, se ciò fosse impossibile, si potrà accendere i lumi di chanuccà anche da soli, recitando pure le regolari benedizioni.
15. L’olio per l’accensione deve essere commestibile?
Anche un l’olio non commestibile può essereusato senza alcun problema per accendere i lumi di chanuccá.
16. Come si deve comportare chi deve lasciare la propria abitazione prima dello spuntare delle stelle per farvi ritorno solo il giorno successivo?
Chi fosse costretto a lasciare la propriaabitazione prima dello spuntare delle stelle potrà comunque accendere i lumi di chanuccà dal tempo di pelág haminchà (un’ora e un quarto circa prima dell’uscita delle stelle) a patto di mettere olio bastante per permettere ai lumi di ardere fino a mezz’ora dopo lo spuntare delle stelle. Prima del pelàg haminchà è vietato accendere i lumi di chanuccà.
17. Chi si ricorda di non aver acceso i lumi di chanuccà solo qualche minuto prima dello spuntare dell’alba, può ugualmente eseguire il precetto?
Sebbene non vi siano almeno trenta minuti tra il momento dell’accensione e il momento dello spuntare dell’alba si può ugualmente mettere in pratica il precetto recitando anche le regolari benedizioni in quanto lo Shulchàn Arùkh afferma che l’accensione può avvenire in qualsiasi momento della notte.
18. Si devono prima accendere i lumi di chanuccá o prima pregare la tefillà di ‘arvìt?
È bene pregare la tefillà di ‘arvìt prima di accendere i lumi, per due motivi: a) in questo modo si adempie al principio rabbinico che afferma: L’adempimento di un precetto abituale e continuativo deve precedere nel tempo l’adempimento di un precetto solo temporaneo; b) la lettura dello shem’à è un precetto scritto nella Torá mentre l’accensione dei lumi di chanuccà è un precetto imposto dai Maestri.
19. Che cosa è vietato fare prima di accendere i lumi?
È vietato mangiare più di 56 gr di pane a partire da mezz’ora prima dello spuntare delle stelle. È permesso mangiare prima dell’accensione frutta o verdura e bere bevande analcoliche in qualsiasi quantità. È altresì vietato iniziare un lavoro o cominciare a studiare Torá dal momento dello spuntare delle stelle. Queste norme, però, riguardano solo il capofamiglia che è obbligato all’accensione o chi vive da solo ed è obbligato ad adempiere al precetto, glialtri componenti della casa possono mangiare qualsiasi cibo e iniziare lavori secondo le loro necessità.
20. Se una moglie accende la prima sera anche per il proprio marito, costui dovrà dire la benedizione di sheecheiiánu se accende la seconda sera?
No, in quanto l’accensione della moglie conta come se ad accendere fosse stato il marito. Se ad accendere per un uomo è però un suo incaricato diverso dalla moglie(ad esempio un figlio), quando costui accenderà personalmente per la prima volta in una delle sere successive dovrà recitare anche la benedizione di shehecheiiánu.
21. Se il lume si spegne durante la mezz’ora successiva all’accensione, è obbligatorio ripetere la mitzvá?
No, anche se il lume si spegnesse immediatamente dopo l’accensione non è obbligatorio riaccendere nuovamente in quanto il precetto si considera eseguito correttamente nel momento in cui il lume inizia ad ardere. Comunque, chi volesse riaccendereun lume che si è spento, lo può fare e si considera pure degno di lode ma non deve ripetere le benedizioni già recitate.
22. Chi accende in un posto ventilato, sapendo a priori che il lume si spegnerà, ha eseguito ugualmente il precetto?
Sebbene la semplice accensione basti per adempiere al precetto, chi accende in un posto ventilato pur sapendo che i lumi si sarebbero presto spenti, non ha adempiuto al precetto nelmodo dovuto e dovrà riaccendere nuovamente i lumi ma senza ripetere le benedizioni.
23. Un uomo che si trova a casa di amici e sa che qualcuno a casa accenderà la chanucchiá anche per lui, come si deve comportare?
Chi durante chanuccá si trova presso conoscenti e sa che la moglie accenderà per lui a casa, non dovrà ripetere l’accensione e se decidesse di accendere ugualmente una chanucchiá per se stesso, non dovrà comunque recitare le benedizioni. Chi si trova a casa di amici e sa che nessuno accenderà per lui a casa oppure nel caso il cui i famigliari si trovino assieme a lui, può dare all’amico una parte dell’importo usato per comprare l’olio necessario all’accensione e in questo modo, con l’accensione del padrone di casa, anch’egli avrà adempiuto al precetto. Non è però strettamente obbligatorio dare materialmente il denaro al padrone di casa in quanto basta che quest’ultimo dica a voce alta di essere disposto a regalare all’amico una parte dell’olio usato per l’accensione e costui potrà in questo modo uscire d’obbligo.
24. Chi accende secondo la norma i lumi di chanuccá nella propria abitazione e poi si reca a trovare un amico, può riaccendere la chanucchiá recitando pure le dovute benedizioni?
Se è l’amico a chiederlo o se si vuole far rispettare a questo la mitzvà in modo corretto, lo può fare.
chag chanuccà samèach (R. Colombo)