Pensare agli altri e a noi stessi.
A cura di Daniele Cohenca
La nostra parashà esordisce con la Mizwà dei Bikurìm, che consiste nel portare in dono ai Kohanìm a Yerushalaim le primizie del proprio raccolto. Questo precetto si basa sul fatto che il nostro lavoro non è da solo sufficiente a produrre frutti, ma è necessario l’aiuto del Signore che quindi ringraziamo come la Torà ci chiede portando le primizie al Santuario prima che si possa goderne personalmente.
Colui che porta i propri frutti, deve pronunciare una specifica formula davanti al Kohèn, nella quale, tra le altre cose, si dichiara di aver ottemperato al precetto di aiutare il povero, lo straniero, la vedova e l’orfano; in altre parole, prima di elevare il prodotto del nostro lavoro, dobbiamo assicurarci di aver fatto attenzione a chi ci sta intorno e potrebbe aver bisogno del nostro aiuto, in particolare le categorie più deboli che la Torà menziona numerose volte, segnalandoci il nostro dovere nei loro confronti; solo dopo essersi assicurati di aver aiutato chi ci sta attorno, possiamo pensare a noi stessi portando con grande gioia i doni al Kohèn.
Il nostro dovere nei confronti dei meno fortunati non viene mai a mancare, ma come possiamo attualizzare la Mizwà delle primizie?
I Bikurìm erano costituiti dai migliori frutti tra i primi raccolti, proprio quelli di cui la persona vorrebbe goderne per primo come risultato dei propri sforzi; privandosene – come detto in apertura – dimostra di dare più importanza alla Benedizione Divina rispetto alle proprie capacità.
Ci sono diversi modi attraverso i quali possiamo attualizzare questo precetto; uno di questi consiste nel dare al Signore “la parte migliore” del nostro tempo, ovvero il mattino.
Le persone si alzano al mattino e fremono per iniziare la giornata lavorativa ( o di vacanza…) che li aspetta; dovremmo invece rallentare un attimo, dedicare tempo alla Tefillà con Miniàn, alla Mizwà dei Tefillin indossandoli con calma e concentrazione ed – in questo particolare periodo – anche anticipando la sveglia per partecipare alle Selichòt.
Regalando a Dio le prime ore della nostra giornata, possiamo dire di aver offerto le nostre “primizie”.